Oggi è il primo giorno di primavera; in Liguria mezzo metro di neve, in montagna quasi un metro; anche il Vesuvio ha il cratere spruzzato di bianco...e c'è
qualcuno che dice che va tutto bene.
In questo post non mi interessa citare né articoli di siti parziali (perché ne troverei a migliaia), né ricerche scientifiche sapientemente reinterpretate da commentatori e giornalisti.
Sono ormai 4 gli "allarme cambiamenti climatici" postati da Giowind (
1,
2,
3,
4). In ciascuno di questi l'autore (con link e citazioni acconci) tenta di convincerci che tutto il mondo ha preso un grande abbaglio sostendendo che sia in atto un cambiamento climatico globale causato dalle emissioni antropiche in atmosfera.
Non è questo (e certamente nemmeno il blog di Giowind) il luogo adatto per discutere seriamente di questi problemi; sì, possiamo continuare a citare articoli da entrambe le parti, articoli che forse dicono cose opposte (o che, semplicemente, noi interpretiamo come tali).
Ho a più riprese chiesto a Giowind di chiarire la sua posizione, perché sono davvero convinto che non ci possa essere una tale differenza di vedute tra me e lui. Eppure, ancora non ho ricevuto una risposta esauriente. Non ho capito se la sua tesi è: "Sono tutte falsità! Il riscaldamento globale non c'è, e - se c'è - non è causato dall'uomo, quindi tanto vale continuare a immettere tonnellate e tonnellate di CO2 in atmosfera". Davvero non ho ancora capito, ma se fosse questa, sarei davvero sorpreso: per uno che si professa un convinto europeista, il concetto di "difesa dell'ambiente" dovrebbe essere primario come quello dell'attuazione dei diritti fondamentali dell'uomo.
Fino a questo punto, la tesi degli scenziati più seri può essere riassunta così: «Abbiamo riscontrato un aumento della temperatura globale (e questo, checché ne dicano alcuni, è un DATO di FATTO). Sappiamo (da modelli matematici e da studi chimico-fisici) che alcuni gas possono portare un aumento della temperatura del pianeta. Noi (razza umana) stiamo immettendo grandi quantità di questi gas in atmosfera. Noi (scienziati) non siamo ancora riusciti a dimostrare con certezza un rapporto causa-effetto tra l'immissione e il riscaldamento, ma i sospetti sono forti e fondati.»
A questo punto interviene la classe politica e dice: «Ok! Meglio fare qualcosa prima che sia troppo tardi!» e dopo averci pensato su qualche decennio, sfornano l'idea: «Proviamo a ridurre le emissioni!».
Non starò qui a dire se il Protocollo di Kyoto (che conosco solo a sommi capi) sia quantitativamente valido o no (ovvero se la sua - eventuale - attuazione possa effettivamente fermare il
global warming); penso solo che un trattato del genere, in cui gran parte dei governi del mondo prende atto che
non si può continuare ad inquinare com'è stato fatto dalla fine dell'800 e per buona parte del '900, sia un enorme passo avanti (non per gli ambientalisti, ma per l'intera umanità!).
Nessuno dice: «Chiudete le fabbriche! Spegnete le macchine! Torniamo al medioevo!» (ok, qualcuno che dice così certamente ci sarà, ma
spero siano minoranze). Solo, cerchiamo di evitare di andare avanti come treni senza guardare quello che lasciamo alle nostre spalle.
Non credo, come viene sostenuto da alcuni articoli che cita Giowind nel suo "
allarme [...] 3" che l'
attuazione del Protocollo di Kyoto (inteso in senso lato, come attuazione di una politica economico-industriale più rispettosa dell'ambiente) porti solamente a costi per la società e per la ricerca scientifica. Tutt'altro. Ridurre le emissioni vuole anche dire trovare un modo
più efficiente di usare l'energia che produciamo. Magari sostituendo quei 5 fari alogeni da 200W che usiamo per illuminare il giardino con delle lampade a fluorescenza, oppure evitando di sprecare inutilmente gas ed elettricità. La scienza e la tecnica, in questo campo, hanno un ruolo determinante: sviluppare nuove tecnologie che possano mantenere buone prestazioni con un consumo ridotto delle risorse del pianeta!
È anche questo il temibile
Protocollo di Kyoto, non solo soldi persi ad inseguire un sogno!